La risposta all’evoluzione tecnologica della
metropoli, come già accennato, risultava mostrare anche segni di verso
negativo. Si trattava comunque di atteggiamenti rispondenti agli
inevitabili problemi posti dalla città.
Camillo Sitte, analizzando la Ringstraße, formulerà una
critica alla città moderna che, nell’organizzazione urbana, ha
voltato le spalle alla storia. E se da una parte si affermava la
necessità di corrispondenza tra storicismo architettonico e storicismo urbanistico dall’altra
Otto Wagner lamenterà l’assenza, nell’impiego degli stili storici
per gli edifici della nuova Vienna, di un’architettura coerente con le
necessità della metropoli.
Dietro a queste considerazioni di ordine estetico emergono
rappresentazioni contrastanti della città. Wagner aveva intuito il dato
socio–antropologico, discriminante la città da quanto città non
è, messo in luce successivamente da Max Weber: l’anonimato
dell’individuo;
questa condizione diviene valore da enfatizzare. Lo stesso individuo,
visto da Sitte nella città moderna poteva essere soggetto a Platzscheu (agorafobia). Si tratta allora di recuperare gli spazi
della Gemeinschaft,
riproducendone le forme assunte nella città passata: le piazze.
Sitte rimane indifferente ai problemi delle infrastrutture
e della gestione urbana;
la priorità è data al disegno dello spazio e quando utilizza Vienna
come modello sperimentale e didattico è il Ring
che si trasforma in banco di prova. Alla fine di Der Städte–Bau le proposte esemplificative mostrano un tratto di
Ringstraße realizzato secondo la Stadtgestaltung:
eliminazione dei conflitti stilistici, assoggettamento dello spazio
all’enfatizzazione dei singoli edifici, dissoluzione della continuità
dell’anello viario.
Concorso per il Piano Regolatore di Vienna (1892-93) [Wiener
Stadt–und Landesarchiv/Kartographische Sammlung, Wien]
Wagner, invece, nel progetto di piano regolatore del 1892
conferma il Ring che si
rigenera in anelli di raggio maggiore mettendo in relazione tra loro
degli Stellen — insediamenti differenziati nelle funzioni — come la
prima Ringstraße connetteva i vari edifici pubblici.
Ancora una volta la stazione metropolitana diviene il nodo di
connessione tra Großstadt e
le sue parti. In questa configurazione non sarà tanto il dato formale
quanto quello dell’organizzazione infrastrutturale ad assumere
importanza;
ogni Stelle è dotato di una
stazione della metropolitana che diviene ganglio vitale della Unbegrentze Großstadt.
Tale impostazione sarà ripresa nello studio per una metropoli a
crescita illimitata (1911) il cui sviluppo avviene per
quartieri–modello, i Gemeinde–Bezirke, dotati anche in questo caso di attrezzature
extra–locali.
Progetto di metropoli a crescita illimitata (1911) [O. Wagner, Die Großstadt, Vienna]
Per Wagner ogni modulo è parte di un tutto. In questo
contesto l’edilizia abitativa dovrà adeguarsi ad un impianto
schematico relativo alla progressiva omogeneizzazione dell’abitante
della metropoli. Ciò in contrapposizione con l’ambizione di
riprodurre con il piano regolare “tante piccole città”.
Si tratta anche di un problema di scala del piano. All’attenzione di
Sitte per il centro urbano corrispondono gli studi particolareggiati a
grande scala di Wagner, ma questi sono parte di un piano regolatore che
definisce l’intera Großstadt.
Ma a chi compete realizzare
la città? Il passo in avanti richiesto sia da Sitte che da Wagner
presuppone il superamento dell’ingegneria che dovrà avvenire per
l’uno con il rifiuto della contaminazione
dell’arte da parte della tecnologia per l’altro riconducendone gli
strumenti nell’alveo dell’architettura. Ancora si auspica il ricorso
allo strumento del concorso e alla tutela della professione
dell’architetto da parte dello stato.
Ad ogni modo spetterà all’architetto determinare il destino della
città.
Con Vienna quindi si confrontano due teorie urbanistiche che nella capitale austriaca non troveranno
immediata o completa applicazione. Il pragmatismo di Wagner, comunque,
gli permise di cimentarsi nella realizzazione della metropolitana mentre
le teorie sittiane troveranno applicazioni altrove.
A cavallo tra Otto e Novecento a Monaco, prima Henrici poi Fischer,
daranno attuazione ad un piano capace di dare concretezza alle
impostazioni di Sitte. In Gran Bretagna, Unwin, creatore di Hampstead
Garden Suburb, aveva letto la traduzione francese di Camille Martin di Der
Städte–Bau. Mentre, in Italia,
Gustavo Giovannoni rincorrerà una sintesi tra city
efficient e city beautiful.
Hofpavillon (1898-99) [Wiener Stadtwerke–Verkehrsbetriebe/Lichtbildstelle,
Wien]
Fermata di Unter–Döbling (1895-96) [Akademie
der bildenden Künste/Kupferstichkabinett, Wien]
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