Tutti questi aspetti meritano alcuni approfondimenti.
A.
La trasformazione della città ottocentesca esprime
l’adeguamento della metropoli imposto dalla cultura liberale. A
partire da questo momento la rappresentazione del potere nella città
avviene attraverso prestazioni misurabili in termini di efficienza
tecnologica piuttosto che mediante l’efficacia di rappresentazioni
formali (questo aspetto viene analizzato nei paragrafi 3, 4, e 5).
B.
Tra Otto e Novecento la consapevolezza della
dimensione del gap esistente tra tecnica e arte produce incertezza e smarrimento
che si traducono negli esiti formali dell’eclettismo ed in seguito
della Sezession (paragrafi 5, e 9).
C.
La metropoli è il luogo ove le tecniche si
manifestano. In questo ambito si definisce la necessità di un loro
recupero mediante un inquadramento e una ridefinizione culturale.
L’integrazione culturale delle tecniche prevede, allo stesso tempo,
una drastica revisione del fare architettonico. Diversamente,
l’atteggiamento reagente sarà impostato su registri di rifiuto e
verso nostalgiche idealizzazioni di un mondo impercorribile (paragrafi
5, 6, e 8).
D.
La metropolitana, fatto eminentemente tecnico, innesca
in Wagner una nuova visione della città aprendo l’analisi su una più
vasta gamma di problemi: la gestione della metropoli; l’uso di nuove
tecniche; l’impiego di nuovi materiali; la ricerca di adeguate
soluzioni formali. Complessivamente dilata il campo di interesse
dell’architettura. L’infrastruttura, la rete, determina la nuova
dimensione urbana, ne rimuove definitivamente i limiti o, a ben vedere,
ne traccia ulteriori
(paragrafi 7, 8 e 9).
E.
L’ampliamento del campo dell’architettura imposto
dalla metropoli si riflette sugli esiti formali delle realizzazioni
wagneriane. Le nuove tecniche, i nuovi materiali, svelano a via via una
loro estetica in origine latente (paragrafi 9, e 11.
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