La figura di Otto Wagner si forma nel milieu
culturale che aveva determinato gli
eventi urbani della Vienna ottocentesca, anzi ne rappresenta per molti
versi la continuazione.
In tale visione la capitale austriaca può essere assunta come modello
di analisi e paragone per la verifica di alcuni aspetti fondanti che
caratterizzarono il concretizzarsi disciplinare dell’urbanistica.
A Vienna trovano luogo — in un arco temporale
relativamente breve
e con una connotazione topografica definita — sia la realizzazione di
un modello urbano di riferimento, il Ring,
che la reazione critica al modello stesso espressa, in forma dualistica,
nella chiave romantica e nell’impostazione modernista.
La realizzazione della Ringstraße fa coincidere
l’esperienza della demolizione delle mura — evento insito, per altre
situazioni, nella natura stessa
dell’evoluzione della città — con
una forte volontà di rinnovamento e aggiornamento urbano. La
fortificazione non coincide in questo caso con il limite di una città
del Seicento soffocata da problemi di ordine igienico e incapace di
contenere al suo interno l’edificato,
mantiene invece un residuale valore difensivo da contrapporre non ad un
nemico esterno, ma alle insidie della rivoluzione. La Vorstadt è già estesa oltre il Glacis — la spianata divenuta sin dai tempi di Giuseppe II uno spazio alberato
— entro la Linienwall.
Malgrado il dissenso dei militari la Residenzstadt si avvia a divenire Bürgerstadt senza doversi confrontare con le limitazioni ed i
necessari aggiustamenti dei réseaux
haussmanniani.
Non si assiste all’espulsione dal centro urbano degli strati poveri
della popolazione
e non si deve ricorrere a forme di esproprio né alla pratica dei percée.
Sarà lo spostamento del potere verso i liberali a sottrarre l’area al
demanio militare e, in definitiva, al potere aristocratico e cattolico.
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